Freitag, 12. Juni 2020

Ascolto SINCRONIZZATO: l'intuizione geniale di Vera F. Birkenbihl

L'ascolto sincronizzato è stato introdotto da Vera F. Birkenbihl circa vent'anni fa nei suoi corsi di lingua editi dalla casa editrice Breuer & Wardin, in collaborazione con la Deutsche Zentralbücherei für Blinde zu Leipzig / Tedesca Centralelibreria per Nonvedenti a Lipsia (www.dzb.de).

In tale edizione gli audio per ogni singolo brano sono quattro:

1. l'audio decodificato
2. l'audio sincronizzato  
3. l'audio lento
4. l'audio normale

Che cos'è il  S I N C R O ?
La versione sincronizzata è una modalità di ascolto che consiste nel sentire simultaneamente la lingua originale, seguita immediatamente dalla decodifica. Si ascolta quindi ogni frase o parte di frase nelle due versioni. Questa duplice ripetizione permette di stabilire un collegamento immediato tra il significante (lingua straniera) ed il suo significato (lingua madre), velocizzando in maniera ottimale l'interiorizzazione del nuovo. Si tratta di un approccio uditivo sicuramente inusualeche spesso per alcuni, sulle prime, può risultare strano, talvolta anche fastidioso, ma è un effetto destinato a sfumare con un minimo di rodaggio. Ricordiamoci che si tratta di ascolti alternativi, che ci portano fuori dal nostro modo abituale di avvicinarci alle lingue e bisogna, perciò, darsi il tempo di entrare in sintonia con queste tipologie di apprendimento. Non siamo infatti obbligati a passare necessariamente attraverso le fasi 1 e 2 elencate sopra. Tuttavia, tale sequenza di ascolti variati ha un suo fine didattico, in quanto sia l'audio decodificato (1) che quello sincronizzato (2) si configurano come attività di pre-ascolto, propedeutiche alle due fasi dell'ascolto lento (3) e normale (4).
E' evidente che la versione sincronizzata potrà essere tanto più utile a chi è principiante assoluto, oppure ha un livello linguistico molto basso, con poco lessico oppure per chi è arrugginito e vuole riattivare le sue competenze scolastiche dimenticate da tempo. Ma un ruolo veramente importante il sincro può svolgerlo anche in caso problemi che rendano difficoltosa o anche impossibile la lettura della trascrizione (fondamentale per apprendere i significati delle parole che si ascoltano. Sentire infatti ripetutamente testi senza conoscerne ogni parola, diminuisce e rallenta notevolmente i progressi che possiamo fare, quando invece ci prendiamo la briga di verificare i significati di quel che ascoltiamo). In caso di  DSA, cecità o altri problemi alla vista, l'ascolto sincronizzato è infatti un fantastico sostegno nell'apprendimento, in quanto  sostituzione della lettura. I nostri occhi possono così stare tranquillamente a riposo, mentre l'orecchio ne fa le veci. Ancora anche chi è più refrattario potrebbe scoprire l'utilità del S I N C R O,  se non è riuscito a stampare la trascrizione, perché ha esaurito il toner, è finita a carta, non ha accesso al pc, o perché è alla guida, magari bloccato nel traffico,  e vorrebbe usare il tempo per andare avanti con il consolidamento di un brano, di cui fatica ancora a ricordare i significati, o per avviare l' ingresso in uno nuovo. Insomma, il sincro è un valido alleato nell'approccio ad un nuovo brano, parola di chi l'ha sperimentato! Lasciatevi tentare 😉 

KAWA (tipo di mappa concettuale inventata da V.F:Birkenbihl) 

Montag, 1. Juni 2020

La tecnica della registrazione 1 - 15 - 25 nell'apprendimento delle lingue

Una  tipologia di esercizio consigliata da Birkenbihl è quella della tecnica della ripetizione registrata 1-15-25. Di cosa si tratta?
Occorre avere una registrazione audio lenta e una normale, fatte da un madre lingua, di un brano già decodificato e ascoltato varie volte in attivo e passivo. Se si riesce ad ascoltare anche il normale, capendo senza problemi ogni parola, si può iniziare a fare esercizi di pronuncia e di intonazione (fase 4 del metodo VFB) con la tecnica suddetta.
Si potrà cioé fare il Chorsprechen (leggere il testo a voce alta insieme alla registrazione) oppure lo Schattensprechen (vedi post) per 25 volte.
Prima di partire con l'esercizio, si registrerà la prima lettura a voce alta. Quindi si prosegue, ripetendo insieme alla voce guida 25 volte. Non si deve necessariamente leggere il brano 25 volte nella stessa giornata. Ma quando si arriva a quota 15 e poi a quota 25, ci si registra nuovamente. Ascoltando poi le tre registrazioni una dietro l'altra, ci si renderà conto dei progressi. Chi desidera può proseguire il ciclo di letture accompagnate arrivando a 35, 45 ecc. per migliorare ancora.   
Si acquisterà molta più confidenza con la lingua e scioltezza nel parlare.
Vera F. Birkenbihl consigliava di preparare con la tecnica 1-15-25 anche presentazioni, webinar, ecc. Lei stessa preparava i suoi seminari - dove non leggeva mai e sembrava andare a braccio -  registrandosi in fase preparatoria e riascoltandosi più volte, costruendo le sue  performances in maniera dettagliata.

Io ho usato questa tecnica con i miei studenti, chiedendo loro di usarla con alcuni brani scritti durante il corso, in cui parlavano di se stessi. Avevano i brani corretti e corredati di audio lenti e normali, registrati da me. 
E' stato estremamente utile, perché ognuno ha potuto lavorare sul miglioramento della propria pronuncia e intonazione auto correggendosi tramite l'ascolto degli mp3, monitorando i propri progressi attraverso le tre registrazioni.
Avendo un gruppo piccolo ho chiesto di inviarmi le tre registrazioni man mano, in modo tale da poter dare loro un feedback supplementare immediato. ma può bastare anche la 25esima, per verificare se è richiesto ulteriore esercizio o meno. Oppure si farà semplicemente una gara di lettura in classe, dove ognuno presenterà i propri pezzi, reiterando ancora l'esercizio dell'ascolto in gruppo.
Le registrazioni si possono fare con AUDACITY, ma lavorando con studenti maggiorenni, ho potuto snellire il lavoro usando i messaggi vocali su Whatsapp. E' molto pratico, perché in sostanza si può stoppare l'ascolto della registrazione dello studente e fare rapide correzioni delle parole problematiche, inviando il feedback come semplice messaggio vocale.
Occorre solo ribadire che non si tratta di fare letture a voce alta da soli, ma 25 ripetizioni corali INSIEME alla voce registrata dell'insegnante. Solo 1-15-e-25 sono letture senza audio di accompagnamento. Diversamente si corre il rischio non solo di non migliorare, ma di interiorizzare le pronunce errate.

Sonntag, 3. Mai 2020

La decodifica : l'anello rimosso tra traduzione e testo originale

la decodifca è il primo dei quattro passi del Metodo di Vera F. Birkenbihl. Essa consiste nella traduzione parola per parola di un testo straniero.
o procediamo dall'originale alla traduzione o dalla trad all'originale, ma non sostiamo nella zona d'ombra tra i due, e invece è lì che avviene il passaggio dall'una all'altra , il guado che ci consente di comprende come sono arrivato allla traduzione: capendo l'originale prima di tutto.
L'anello di congiunzione tra originale e traduzione è stato tolto, è sparito, ma nessun traduttore è arrivato allla traduzione senza decodificare parola per parola.ed è qeusto linguaggio che consente di costruirci i binari neuronali necessari per imparare a pensare nella lingia staniera
La decodifica è l'anello mancante rimossa, dimenticata così come ci dimentichiamo che le idee sono nate dal tatto perché oramai siamo cosi abituati a tastare con gli occhi che siamo convinti di avere riceuto le idee direttamente dal senso della vista. La decodifica è la parte tattile dell'apprendimento linguistico. E' il procedere lento e graduale, a tastoni e per tentativi di chi esplora un terreno sconosciuto. è  .lo spazio chiaro scuro dove possiamo capire la lingua, li la vediamo nel suo abito focloristico originario prima che le venga infilato l'abito univformante della traduzione.0dimensione interspazionale, dimensione intermedia, questo è un linguaggio, il terzo linguaggio tra originale e lingua madre,

Nessun traduttore primordiale è divenuto tale prescindendo dal primo lento e progressivo decodificare parola per parola, interrogandosi a volte lungamente sul modo in cui quello stesso contenuto potesse essere travasato nel propria lingua. Tradurre significa travasare contenuti similmente ad pianta, da un vaso ad un altro, da un terreno nordico, pieno di brughiera e basse maree, battuto dal vento  ad uno collinoso, accarezzato dal sole brulicante, ricco di flora mediterranea. Il risultato? il percorso di mezzo in cui la pianta non era nè l'una nè l'altra ma una commistione di entrambi è sparita.
Come le idee nascono dalla mano così la traduzione nasce dalla decodifica.
Decodificare significa visualizzare il folclore di una lingua. Se vi mostrassi su un palcoscenico cinque coppie di balleini, ognuno con l'abito folcloristico della propria nazione sareste perfettamente in grado di indicarmi la coppia tedesca, russo, tailandese , america o francese. ma se facessimo indossare a tutti giacca e cravatta o dei taileur non sarebbero più distinguibili così facilmente distinguibili. Senya caratteri somatiicit tipici non lo sarebbero infati per nulla. La stessa cosa succede dse traduzionaomo nell nostra lingua madre : infiliamo al idioma straniero il nostro abito nascondendo quello originale. Non ne vediamo più le singolarità. la decodifca invece le mette in risalto. parliamo finalmente la nostra lingua madre come se fossimo cinesi, tedeschi, portoghesi, serbi...è qui, in questo sparlare la nostra lingua che diamo al nostro cervello la possibilità di iniziare a costruire i binari neuronali neccasri per interiorizzare la lingua che desieriamo imparare. la decodifca altro non è che la fase tattile del nostro percepire neuronale intellettuale boh.

Io uso la decodifica non solo come una attività introduttiva transitoria. La uso come terzo linguaggio che si interpone tra la lingua originale e la traduzione.
uno costruisce non semplicemtne un testo ma le modalità di interazione che da questo testo scaturiscono in quanto insieme di idee dette e non dette. Esempio proflo  Lorenzo: giocavo basket da bambino , poi ho dovuto smettere , ora faccio l'arbitro. Ora mi viene da chiedere perchè hai smesso? e par farlo devo riprendere la parte del testo : hai detto che non ci puoi più giocare, ma perchè cosa è successo?... vedi Giulia che si sogna le domande da farmi ...

Il tema scritto in lingua : Correzioni in progress !

Quando correggo temi scritti mi accorgo sempre di nuovo che attraverso una prima fase, in cui vedo soprattutto 1.errori grammaticali 2.errori di sintassi  3.sviste nella scelta lessicale
E' normale che in principio ci si focalizzi sulla correzione al dettaglio preoccupandosi che  grammatica e sintassi funzionino. Ci si sente come giardinieri di fronte all'aiuola dalla quale tocca tirar via erbaccia e fogliame secco. Tuttavia, se ci si limita a questo, il brano corretto ha davvero vita molto breve, per non parlare del fatto che, le correzioni apportate difficilmente vengono assimilate in modo duraturo dal destinatario, anche nel caso in cui legga le modifiche con molta attenzione. A scuola poi si guarda subito il voto e quasi sempre la vita quel brano finisce lì. Se è andato male, d'altro canto, spesso il consiglio sarà : studia di più la grammatica!
Ogni brano che un insegnante di lingua chiede di produrre ai suoi discenti, cela, invece, delle straordinarie potenzialità narrative, che andrebbero valorizzate di più. E' vero che spesso non risaltano subito all'occhio. Ma quando mi prendo il tempo di rileggere il testo già corretto,  magari dopo una pausa, comincio ad avvertire quanto carattere espressivo e narrativo contenga in nuce. Soprattutto nel momento in cui inizio a leggere quel brano a voce alta per farne una registrazione in formato mp3.  Perché appunto nel leggere a voce alta, mi rendo veramente conto non solo cosa funzioni realmente in quel testo-allievo©,come li chiamo io, a livello espressivo, ma anche come si potrebbe migliorarne l'autenticità. Sovente mi capita infatti che devo stoppare e rifare la registrazione, perché quella frase che pensavo di voler leggere così com'era scritta, mi è invece venuta fuori lievemente diversa, magari con un inserimento istintivo di un'espressione enfatizzante, di un modo di dire, di un'esclamazione, di una formula idiomatica, che nascono spontaneamente in chi è madrelingua. A questo punto inizia la trasformazione del brano iniziale attraverso una prima rielaborazione fino , tal volta,  ad una vera e propria ri-creazione. (Un procedere che ha dato poi origine alla mia idea di laboratori di scrittura creativa decodificata in lingua.) L'allievo riceverà a questo punto non solo la prima correzione grammatico-sintattico-lessicale, bensì anche le successive rielaborazioni. L'ultima versione sarà quella che registro due volte: la prima, leggendo in modo cadenzato, molto lentamente, e la seconda leggendo a velocità normale.  In questo modo l'allievo potrà utilizzare negli ascolti attivi e passivi testi propri, che parlano di lui. Il risultato è una vera e propria "lievitazione",di crescita sia della proprietà di linguaggio che della capacità espressiva orale dell'allievo.  I famigerati temi scritti sono così destinati ad un arco di vita molto più lungo, che oltrepassa di gran lunga la mera correzione grammatico-sintattico-lessicale, favorendo l'autenticità espressiva e soprattutto motivando tantissimo i discenti a scrivere testi loro. Ma non di solo ascolto è fatto l'interiorizzazione di una lingua!
Interessante a questo punto diventa infatti inserire su questo brano nuovo, la decodifica in Ital-Deutsch, procedendo nuovamente alla traduzione parola per parola, specie nei corsi principianti, dando l'opportunità di assimilare le nuove strutture ed il lessico a livello neuronale in modo profondo.   .
E naturalmente il nuovo testo potrà generare i 3 esercizi cloze + 1 : il testo in tre stesure di cui la prima sarà priva di sostantivi, la seconda priva dei verbi , la terza senza preposizioni, articoli, aggettivi, seguiti dal + 1 , cioé dal Kontra, ovvero contro-decodifica. In questo modo si richiude il cerchio delle quattro fasi del Metodo di apprendimento delle lingue Vera F. Birkenbihl . Si chiude e si riapre continuamente anzi, perché i componenti di un gruppo possono scambiarsi i testi con relativi esercizi. Naturalmente le attività da fare su un testo non si esauriscono con la formula 3+1, ma sono solitamente il primo gruppo, sui quali si vanno poi a definire anche le attività per migliorare la scrittura e la produzione orale.
Questo modo di utilizzare i testi dei miei allievi ( testi-allievi© o testi-figli©)  nati come una sorta di eco ad un primo testo scritto da me (o anche da una/un compagna/o), costituisce l'essenza della mia Didattica per cerchi concentrici© (Didattica Concentrica© - Concentric Lern & Teach System© - Konzentrisches Lehr & Lern System©).  

Mittwoch, 29. April 2020

Parlamolo strano! Ma che lingua è?


cosa mi direste se io parlassi italiano così?



 
Quella-volta-che io lì giacevo, ero io dapprincipio alquanto spaventata:


non così tanto a-causa allo Caduta,

bensì poiché io Paura avevo, a-mia  Nonna di dire,
 che io una delle-sue Abeti  rottofatto  avevo.









Als                       ich da lag,         war ich zunächst       ziemlich   erschrocken:
Quella-volta-che io    giacevo, ero io dapprincipio alquanto spaventata:
nicht so    sehr   wegen    dem Sturz,
non  così tanto a-causa allo Caduta,
sondern weil      ich Angst hatte,   meiner Oma    zu sagen,
bensì    poiché io  Paura avevo, a-mia  Nonna di dire,
dass  ich eine ihrer         Tannen kaputtgemacht hatte.
che   io   una delle-sue Abeti    rottofatto         avevo.

L'importanza dello story telling nella didattica delle lingue

Quando porto in classe testi scritti da me, che rivelano qualcosa della mia personalità e della mia vita, di norma si rafforza l'intesa tra me e il gruppo che alleno. E al contempo vedo aumentare la loro motivazione per l'apprendimento della lingua straniera e la voglia di esprimersi.
Le storie affascinano sempre, a maggior ragione, se parlano di vita vissuta, di sentimenti,di problemi reali, grandi o piccoli che siano, di scoperte, di sfide, di successi,di casini. La componente propriamente umana,che viene fuori, unisce , abbatte soggezione, crea terreno fertile per costruire competenze.
Usate le tante storie della vita quotidiana per coinvolgere i vostri discenti a fare lo stesso. Creare storie modello mi ha fatto ricevere sempre in cambio la ripetizione-moltiplicazione di copie-non-copie, perché solo formalmente simili, piene di contenuti sfaccettati e sempre diversi.
Io non ho UN corso. Io con questo sistema ho TANTI CORSI QUANTI NE FACCIO 😆💪💪

Dienstag, 28. April 2020

La lista delle associazioni di Mäntylä: un altro modo di consolidare il lessico di una lingua straniera



La Lista Mäntylä deve il suo nome al professore  di psicologia cognitiva Timo Mäntylä (Università di Stoccolma). Basandosi sulle sue idee, Vera F. Birkenbihl  sviluppò l'idea di questo esercizio per  ampliare la capacità del pensiero associativo.
Si tratta di elencare dieci termini concreti o astratti e di segnare accanto ad ognuno le prime tre associazioni che vengono in mente entro 30/60 secondi.
Dopo si metterà questa lista ben conservata da qualche parte, sicuri di non scordarsi di riprenderla in mano la sera, il giorno o la settimana o il mese dopo: allora si dovranno però leggere solo le associazioni, tenendo coperte le parole della lista, per vedere se, dalle sole associazioni, si riesce a risalire al termine che le ha originate. Se le associazioni sono "pulite", si riuscirà facilmente a recuperare la parola che ne fa capo. Se le associazioni sono invece troppo generiche, sarà più difficile e in alcuni casi non ci si riuscirà. Tramite questo esercizio si impara
1. a trovare associazioni sempre più pertinenti e precise, che esprimano le caratteristiche univoche di ogni concetto, focalizzandosi sul suo aspetto essenziale (ciò che in tedesco si definisce come das Wesentliche).
2. si velocizza il recupero di idee dal nostro archivio cognitivo interiore.
Vera F. Birkenbihl adopera in questo contesto spesso la metafora della memoria come comodino con tanti cassetti. In ognuno abbiamo depositato il nostro sapere, accumulatosi negli anni della nostra vita. Ma i cassetti spesso rimasti chiusi da così tanto tempo, che molte cose non riusciamo più a tirarle fuori, nemmeno quando magari ci sarebbero utili. Abbiamo la sensazione di un antico sapere vago e lontano, senza tuttavia riuscire a metterci le mani. "E' passato troppo tempo da quando l'ho studiato, praticato, usato..." diciamo allora, "non mi ricordo più, però lo sapevo!" Con il gioco delle liste Mäntylä è allora come rimettere olio nelle cerniere dei cassetti, consentendoci un sempre più facile accesso a quanto era sepolto nello scantinato della nostra memoria.
3.si ampliano le nostre cognizioni e percezioni del mondo, incamerando nuovo sapere,  diventando più consapevoli di quanto la nostra mente compie continuamente attività associative.
4.si stimola l'agilità cerebrale, creandosi una delle migliori difese contro l'Alzheimer, se fatto regolarmente, varie volte durante la settimana. Da tenere conto che soprattutto le persone anziane poco abituate a fare giochi mentali, non più allenati allo studio, restii ad imparare lingue, molto dipendenti dalla televisione, troveranno le liste Mäntylä faticose all'inizio e non vorranno farle. Vale la pena insistere e provare con dolce determinazione (magari riducendo il numero dei termini a 5 o anche tre, per aumentarli poco per volta). Più alta è la loro resistenza , più è segno che il cervello già si è impigrito e più sarebbe il caso di dargli una scrollata.

Come si può usare questo esercizio in una lezione di lingua (o anche per una nuova lezione di biologia, storia, filosofia ecc)?

Prima di leggere un nuovo brano in lingua, scegliendo per la lista da distribuire alla classe, i termini chiave del testo (non più di dieci). Possono essere verbi , sostantivi, aggettivi.
I termini possono essere anche nuovi. In questo caso, si potrà chiedere ai discenti (eventualmente divisi in gruppi), di cercare la parola nuova sul vocabolario bilingue (se sono principianti assoluti) o monolingue, se sono più avanzati. Si procederà quindi a trovare insieme il significato. A questo punto si chiede di segnare entro pochi secondi le prime tre associazioni che vengono in mente.
Si procederà così parola per parola. Alla fine si chiederà di conservare la lista per la fine della lezione e si inizia a leggere il nuovo testo. Nuovo, sì, eppure avrà l'aria conosciuta non appena i discenti ritroveranno in esso le parole della lista di Mäntylä. Ora avranno in mente il significato, che consentirä loro di penetrare meglio, con maggiore scioltezza e un senso di confidenza un testo pseudo-nuovo. Potranno al contempo verificare, se le loro associazioni si allineano bene con il significato della parola in quel dato contesto oppure se devono modificarle.
Alla fine della lezioni (non necessariamente subito dopo la lettura del testo) si potrà chiedere di riprendere la lista, coprendo (o piegando via) le parole dell'elenco e controllare se, dalle sole associazioni, riescono a risalire alla parola alla quale si riferiscono.
Alla prossima lezione si possono prendere alcune o anche tutte le parole della lista e far rifare le associazioni come esercizio di consolidamento e anche di riscaldamento neuronale.

Notizie dalle lezioni: collega con podcast
Con il gruppo A2 avevo letto il mio racconto breve Das Tannenkletterkind. Inserito per interiorizzare l'uso nel passato delle congiunzioni subordinanti als (quella volta che) e wenn (ogni volta che), entrambe normalmente tradotte in italiano con "quando" e perciò non facili da usare in modo corretto.
Non mi era venuta l'idea di partire con una lista Mäntylä prima della prima lettura. Avevamo direttamente letto e decodificato insieme. Poi hanno ascoltato in attivo e passivo per una settimana gli mp3 lento e normale del testo. Questo gruppo di studenti spesso ascolta troppo poco tempo in attivo (leggendo il testo  in fase di ascolto rallentato attivo). Conseguentemente l'interiorizzazione del vocabolario avviene molto lentamente. Ho pensato quindi di fare una lista Mäntylä, scegliendo dalla Lista ABC fatta, alcuni verbi al passato, sostantivi e aggettivi.
Ero curiosa di vedere cosa avrebbero prodotto e sono rimasta veramente contenta: come associzioni sono venute moltissime immagini contenute nel testo, collegando talvolta anche un verbo della lista con un sostantivo che invece non avevo inserito, ma che nel testo erano in relazione. Lo trovo fantastico. Anche perché si genera un momento di sinergia bellissimo tra il coach che getta nel gruppo una delle parole del testo e i discenti che rispondono con associazioni miste sia personali che del testo. Funziona una meraviglia. Anche perché come Trainer linguistica mi pare di essere veramente l'allenatore che sta a bordo campo,esultando per i goal della sua squadra!
datemi retta: usate le liste di Mäntylä, qualunque cosa voi insegnate!

























https://www.kuntermanns-lern-werkstatt.de/lernstudio/werkzeugladen.html

https://akademie-fuer-lernmethoden.de/lernmethoden-lernen-aber-wie/assoziatives-denken-und-sprachwortschatz-erweitern/

Links zum Deutsch lernen

  https://deutsch.lingolia.com/de/wortschatz/laender-nationalitaeten https://www.dwds.de/wb/Spaziergang#etymwb-1